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Eleanor Oliphant sta benissimo, di Gail Honeymoon: il lento percorso verso la comprensione di sé

Eleanor Oliphant sta benissimo, romanzo scritto da Gail Honeyman, ha spopolato sui social diventando un vero e proprio caso editoriale. La storia di questa protagonista complessa ha commosso il web e conquistato i feed, e chi sono io per non lasciarmi influenzare?

Approfittando di questo titolo nella libreria della Otter Half mi sono cimentata in una lettura molto particolare, la cui direzione è inizialmente difficile da prevedere, ma che nel corso della lettura mi ha premiata con una solida scrittura e una buona caratterizzazione dei personaggi.

Trama

Eleanor è una ragazza che basa la propria vita sulla routine. Ogni giorno è sempre lo stesso per lei, da quando attacca a lavorare nel solito studio di graphic design, fino a quanto torna a casa la sera e cena da sola. La sua esistenza non è soggetta a grandi sconvolgimenti, come se lei stessa volesse vivere nell’ombra per nascondere la cicatrice che le copre parte del volto. Il suo carattere diretto e poco socievole poi non l’aiuta certo a integrarsi.

Un giorno Eleanor nota però qualcosa che potrebbe davvero cambiare la situazione, donandone finalmente la normalità che tanto desidera, una sorta di “progetto” che è intenzionata a portare a compimento con tutti i mezzi. Non importa se la vita si mette in mezzo.

Recensione

Una delle prime cose che si notano quando ci si avventura nella lettura di Eleanor Oliphant sta benissimo è la difficoltà che si incontra nell’inserirlo in un genere. Un po’ tragico, un po’ comico, un po’ rosa, un po’ introspettivo, questo romanzo deve alla propria natura sfuggente la complessità che lo rende tanto piacevole da leggere.

A riservare una bella sorpresa è soprattutto la protagonista, Eleanor, bizzarra e sfaccettata, capace con una frase di risultarci antipatica, ma anche di farci riconoscere in lei o in ciò che di lei vorremmo possedere. Eleanor dice sempre ciò che pensa, anche quando le sue opinioni non sono molto gratificanti per gli altri, e non trova nulla di sbagliato in questa trasparenza. Riconoscersi in Eleanor è facile, ma al tempo stesso è impossibile. I pensieri a cui lei dà voce sono comuni a molti di noi: un misto di fastidio per la maleducazione altrui e di voglia di essere onesti con la gente che più ci infastidisce. Ma sfido chiunque a trovare davvero il coraggio di dire esattamente ciò che si pensa nella vita di tutti i giorni. Da questo punto di vista Eleanor è inarrivabile.

Il romanzo ci conduce poco a poco nella vera complessità della protagonista, mostrandoci la sua routine e le sue peculiarità, ma soprattutto gettando qua e là dei piccoli “sassolini” narrativi che creano un elemento di disturbo.
Il lettore comprende che c’è qualcosa di strano nel passato di Eleanor, ipotesi confermata dalle regolari telefonate alla madre, in prigione. Il rapporto tra le due, le allusioni della donna, i frequenti riferimenti di Eleanor a ciò che è successo “prima”, ci fanno comprendere che sono molte le cose che non sappiamo e che il romanzo ci permetterà di scoprire con una gradevole gradualità.

Eleanor Oliphant sta benissimo è un romanzo leggero pur non trattando argomenti affatto banali, piacevole, pur affrontando tematiche molto delicate, come la salute mentale, la solitudine e l’emarginazione.
La presenza di istanti divertenti (l’atteggiamento di Eleanor non può, di tanto in tanto, non strappare un sorriso) non smorza affatto la commozione di una storia delicata e per nulla banale. Anche la prevedibilità di alcuni colpi di scena possono rivelarsi ingannevoli, man mano che la personalità di Eleanor emerge, in tutte le sue spigolosità.

L’unico appunto che mi sento di fare riguarda il ritmo narrativo, che non permette di affrontare il percorso di terapia della protagonista con le giuste tempistiche. I progressi da lei portati avanti nel corso del romanzo risultano così troppo affrettati, rispetto a una problematica molto grave. Nonostante questa gestione sbilanciata, trama e sviluppo caratteriale risultano credibili, privi di cliché narrativi e capaci di suscitare la giusta empatia e una piacevole dose di emozioni.

Voto: 4 pescetti su 5

Consigliato a chi: vuole sapere chi è Polly; vuole imparare a dire le cose in faccia; cerca una protagonista sui generis, dalla valida crescita psicologica.

Sconsigliato a chi: pensa che Eleanor abbia solo bisogno del proprio principe azzurro; non ama la sincerità; crede di essere di fronte a un romanzo del tutto frivolo.

An Otter Point of View

Appallottolata su se stessa, la lontra scruta il mondo con occhietti curiosi, offrendo il proprio giudizio personale (spesso non richiesto).
Batuffolo nevrotico, trova se stessa tra le pagine di un libro o di fronte a una buona serie tv. Inguaribile giocherellona (soprattutto con un controller), fangirl sfegatata di troppe cose e shipper compulsiva.

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