Si potrebbe definire il fenomeno letterario dell’anno, paragonato sul retro di copertina a Twilight e a Harry Potter, ma capace in realtà di mantenere un’identità propria, e una piacevole originalità nel world building. Sto parlando della saga dell’Attraversaspecchi, composta da quattro romanzi di cui solo due sono stati tradotti in italiano.
Solo pochi mesi fa vi parlavo del primo volume, Fidanzati dell’Inverno, sottolineando la gradevolezza dello stile di Christelle Dabos, il fascino delle ambientazioni e la buona caratterizzazione dei personaggi. Ho letto il secondo volume aspettandomi un simile soddisfazione, non altissima, ma discreta. Mi sono dovuta ricredere in fretta, perché Gli Scomparsi di Chiardiluna riprende gli elementi validi del romanzo d’esordio e li potenzia in una storia avvincente e dal ritmo più concitato, depurando la trama da gran parte dei suoi punti sfavorevoli.
Su una solida crescita psicologica dei personaggi, su una vicenda appassionante e su un mondo magico sempre più coinvolgente si basa questo secondo romanzo, appartenente a una saga che vale davvero la pena di leggere.
Trama
Ora che Ofelia è a Città-Cielo e in procinto di sposare il fidanzato Thorn, la famiglia del ragazzo vuole sfruttare le sue doti di lettrice per assicurarsi la protezione dello spirito di famiglia, Faruk. Lo stesso spirito desidera svelare i misteri del proprio Libro, lo scritto che ne conserva l’antica memoria, ma un evento sconcertante distoglie Ofelia da questo compito (nonché dai preparativi per le indesiderate nozze): a Chiardiluna cominciano a scomparire nel nulla degli individui importanti, senza apparente motivo e senza lasciare traccia.
Recensione
Si potrebbero usare molte parole per descrivere questo romanzo, ma una sembra riassumere bene la sua essenza: evoluzione.
Il secondo volume della saga della Dabos gode di una solida crescita in tutte le sue componenti, che si dimostra nello sviluppo psicologico delle figure in gioco, nel potenziamento di una vicenda già di per sé affascinante e di un ritmo molto più serrato, che salva il lettore da momenti di noia.
Il cambio di ritmo si nota fin da subito, segnando un notevole distacco dalla natura introduttiva di Fidanzati dell’Inverno. Sebbene quest’ultimo fosse tutt’altro che in fase embrionale, bensì accuratamente costruito secondo un’idea originale, durante la lettura ho percepito un po’ di lentezza, che ha reso il libro interessante e affascinante, ma non proprio avvincente.
Gli scomparsi di Chiardiluna è il romanzo della crescita: di Ofelia, di Thorn e delle situazioni che li vedono coinvolti.
Nonostante i limiti (goffaggine e timidezza in primis), Ofelia ha sempre dimostrato le potenzialità per diventare un personaggio davvero interessante e in questo secondo romanzo la crescita che l’ha caratterizzata è stata notevole. Da ragazza un po’ remissiva e a proprio agio solo nel museo di famiglia, la nostra protagonista è stata costretta a subire una numerosa serie di angherie e sfortune che hanno messo in luce la sua incapacità di adattarsi al nuovo mondo di cui il fidanzamento l’ha resa parte.
Gli scomparsi di Chiardiluna ha una marcia in più proprio perché ci permette di vedere un’Ofelia diversa, ancora goffa, introversa e di salute cagionevole, ma intraprendente e capace di adattarsi alla sua nuova vita, anche all’interno di un ambiente ostile.
Rispetto a molte altre protagoniste del genere Young Adult, Ofelia è una ragazza che pensa, che subisce un eccellente sviluppo psicologico e, cosa importante, che ricopre un ruolo che va oltre gli interessi amorosi in cui potrebbe essere coinvolta. Tutto ciò che riguarda il rapporto con gli altri personaggi (siano essi il brontolone Thorn, il bizzarro Archibald o le famiglie di questi) è graduale, credibile e mai forzato solo per accontentare lo squadrone di fangirl che sbava in attesa di un po’ di romance (nulla in contrario eh, un po’ lo sono anche io).
Ora che la necessità di spiegare il funzionamento dei mondi sospesi creati dalla Dabos è stata soddisfatta grazie al primo volume, Gli scomparsi di Chiardiluna ci permette di entrare nel vivo dell’azione, grazie a un ritmo molto più concitato rispetto al primo romanzo, e una serie di intrecci narrativi affascinanti, nei quali la corte, con le sue dinamiche familiari contorte, può essere un luogo molto pericoloso per chi non sa come rispettarle.
Un elemento già presente nei Fidanzati dell’Inverno, ma qui di importanza centrale ai fini della vicenda, è la presenza dei Libri familiari, che raccolgono la memoria degli spiriti di famiglia e dunque l’identità di un intero clan. In quanto lettrice (individuo in grado di percepire al tatto la memoria degli oggetti) Ofelia è chiamata ad analizzare il Libro di Faruk e con questo pretesto anche i poteri della ragazza, solo accennati e non sufficientemente sviluppati nel primo romanzo, vengono presentati in modo adeguato e finalmente sfruttati in tutto il loro fascino.
Nonostante le alte aspettative della corte, che Ofelia stessa spesso si trova a disattendere nonostante i suoi sforzi, si sente molto forte anche la tematica del libero arbitrio e di quell’autonomia personale che va contro le regole, le convenzioni e ciò che sembra essere già scritto.
Voto: 4 pescetti su 5
Consigliato a chi: ama lo steampunk e le ambientazioni fantasy non scontate; apprezza gli sviluppi psicologici graduali; vuole farsi un giro con una clessidra magica.
Sconsigliato a chi: crede che una sciarpa che esprime le proprie opinioni sia estremamente scortese; brama una dinamica romance più immediata; non vuole sapere che fine hanno fatto gli scomparsi di Chiardiluna;