La tv è piena di prodotti sempre uguali, la solita minestrina scaldata e niente di più. Sebbene io sia una fan della minestrina (età interiore 90 anni), a volte cerco un po’ di originalità nelle serie tv che vedo. Con Happy non solo l’ho ottenuta, ma sono entrata in un mondo che non mi aspettavo, completamente folle, a tratti psichedelico e tutto fuorché banale.
Tutto questo grazie a un protagonista che del fallimento ha fatto il proprio marchio di fabbrica e a un unicorno azzurro e rosa che da amico immaginario dei bambini si trasforma in investigatore pronto a tutto pur di salvare un’innocente. Ma non fatevi ingannare da questo accenno di buonismo. Happy ha ben poco della favola e se pensate di passare una seratina rilassante e incantata potete anche cambiare canale. Happy è un trip psichedelico di cui non si può fare a meno, una follia glitterata che un secondo prima fa ridere e un attimo dopo ti fa stringere i denti in un moto di orrore.
Avvertenze: Cerco sempre di evitare spoiler. Qualche allusione velata però la faccio.
Trama
Nick Sax (Christopher Meloni) è un ex agente di polizia ormai ridotto a uno straccio. Dopo la carriera nelle forze dell’ordine cerca di guadagnare sfruttando i propri talenti naturali, per questo si è trasformato in un assassino su commissione. Di cattivi ovviamente, anche se lui non si può certo definire uno stinco di santo. Dedito alla droga, all’alcool e alle ragazze di facili costumi, Nick ha ormai perso la dignità, la voglia di vivere e la fiducia in qualunque cosa, ecco perché quando gli appare un unicorno azzurro di nome Happy (“il cavallo felice felice, che si diverte e te lo dice!”) è convinto che i farmaci gli abbiano causato semplicemente delle allucinazioni. Ma Happy più che una visione è una missione da compiere, per ritrovare e salvare una bambina rapita da un Babbo Natale Cattivo.
Recensione
Non è la prima volta che una serie tv viene tratta da un fumetto e non è la prima volta che la trasposizione ha dei toni stravaganti. Happy è un titolo che sprizza gioia ed entusiasmo, ma sebbene contenga un messaggio di speranza, presenta un formato abbastanza disturbante. E la cosa incredibile è che è proprio questa vena di follia a renderlo speciale. Si parla di bambini, di amici immaginari, di poliziotti, ma l’ambientazione è inquietante e cupa e durante la visione ci si sente come se nel mondo non ci fosse più nulla per cui stare tranquilli o sentirsi felici.
Al tempo stesso Happy riesce anche a presentarsi allo spettatore come una bella storia di crescita e redenzione. Atipica, ben poco edificante e non adatta ai minori, ma comunque una vicenda che offre ancora un po’ di speranza in un mondo quasi completamente marcio.
Nick Sax, interpretato da un Christopher Malone che qui ha davvero spaccato di brutto (soprattutto denti), rappresenta un antieroe tremendo, un poliziotto ormai fuori servizio che non sa più come gestire la propria vita. Come molti antieroi compie un percorso discendente verso la completa dissoluzione, ma una coincidenza gli permette – dopo una rocambolesca avventura ai limiti del credibile – di mettere per la prima volta l’interesse di un’altra persona davanti a se stesso e forse di compiere un atto davvero eroico.
Scritto da Grant Morrison e disegnato da Darick Robertson, Happy è un fumetto dal tratto pesante e dalle tavole decorate qua e là da lucine natalizie e vermigli schizzi di sangue. La serie tv, ideata da Brian Taylor assieme allo stesso creatore del fumetto, e diretta dallo stesso Taylor e David Petrarca, recupera questi elementi e li inserisce brutalmente in una allegra cornice natalizia. Nick Sax si muove con goffaggine alcolica in un tripudio di canzoncine di Natale e decorazioni colorate, picchiando, uccidendo e perdendo ogni giorno una piccola parte di sé. Sembra aver definitivamente toccato il fondo quando arriva il pretesto per una piccola redenzione. Il pretesto è rappresentato da un unicorno immaginario che si pone in completo contrasto con il personaggio di Nick. Questo incontro darà vita alla più improbabile delle coppie di partner e a una collaborazione folle e spassosa che tiene lo spettatore incollato allo schermo per tutte le otto puntate.
Immergersi nella visione di Happy significa mangiarsi con gli occhi un prodotto colorato e quasi psichedelico che richiama costantemente le logiche del fumetto americano e tutte le sue scene di inseguimenti e combattimenti incredibili. Significa seguire le vicende di un anti-eroe che ha più difetti che cellule e di una spalla troppo buona per questo mondo, ma che al fianco del suo compagno di avventure sembra funzionare alla perfezione. E significa provare un brivido nel dover fare i conti con dei supervillains che solo un fumetto ben riuscito potrebbe sputare fuori. Fra questi spiccano senza dubbio il Very Bad Santa (Joseph D. Reitman), rapitore di bambini, e uno dei cattivi più inquietanti degli ultimi anni, il sadico Smoothie (un Patrick Fishler davvero credibile), che riesce al tempo stesso a far inorridire lo spettatore con azioni di una perfidia indicibile e a strappare un piccolo sorriso con atteggiamenti bizzarri.
È proprio in connubio tra ironia e orrore a rendere irresistibile questa serie tv americana disponibile su Netflix, due approcci completamente opposti e che negli ultimi tempi hanno dato vita a ottime dark comedy.
Il mondo in cui Nick e Happy si muovono è crudele, violento ed egoista, ma oltre a tutto il marcio che viene messo in luce brilla ancora un barlume di speranza. La stessa speranza che permette ai bambini, anche nei momenti più bui, di credere che un amico immaginario possa aiutarli e che un eroe (anche il più improbabile) sia sempre pronto a correre in loro soccorso. Con toni insoliti, sanguinari e pazzerelli (e dopo un lungo percorso di crescita) Happy mostra proprio questo: una storia di amicizia, fiducia, forza di volontà, gang criminali, droga, assassini psicopatici, ossa spezzate, individui disturbati, sangue, polizia che non sa fare il proprio lavoro, cerotti, immoralità, sicari, sangue, e amore!
Voto: 4 pescetti su 5
Consigliato a chi: non ha paura di vedere mazzate, cazzotti e denti che volano; ha nostalgia del proprio amico immaginario; vuole assistere alle azioni eroiche (più o meno) di una coppia davvero assurda.
Sconsigliato a chi: non sopporta la vista del sangue; crede che il Natale sia solo un momento di gioia; non riesce a resistere a cinque minuti filati di pura follia.