Le sedute spiritiche sono state per anni il fulcro di moltissimi film horror, qualcuno ben riuscito, qualcuno da dimenticare. Una tematica così delicata quanto antica non è facile da descrivere senza correre il rischio di suscitare scetticismo, più che inquietudine, ma ci sono autori che sono in grado di dare vita sulla pagina a incontri misteriosi tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Sarah Waters, in Affinità, compie una scelta narrativa vincente, intrecciando la realtà controversa dello Spiritismo con le passioni e i turbamenti di una donna inglese dell’Ottocento, dando vita a qualcosa che al tempo stesso è rarefatto e incredibilmente vivido.
Non è la prima volta che leggo un romanzo della Waters, che ormai si è affermata nella mia wishlist come garanzia di qualità e sentimenti intensi. Anche questo romanzo, seppur con un’intensità meno marcata di Ladra o di Carezze di Velluto, mi ha stregata e mi ha fatta appassionare a una vicenda umana instabile e misteriosa.
Trama
Margaret Prior è una giovane donna londinese che aderisce a un programma di volontariato grazie al quale le detenute nel carcere di Millbank possono avere da lei compagnia e conforto. Tra queste c’è Selina Dawes, condannata per truffa e aggressione. Selina è una medium, una ragazza che funge da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti e carica di fascino. Presto l’interesse di Margaret si sposta quasi esclusivamente su di lei, sul suo passato e su una serie di inquietanti e avvincenti aneddoti sugli spiriti. Come molte altre donne, Selina è condannata a passare molto tempo in galera per degli errori che sembrano non appartenerle, con il suo aspetto angelico e l’aria pacifica di cui Margaret comincia a sentirsi stranamente attratta.
Recensione
Dello Spiritismo e delle sue origini ho già parlato nella recensione di L’altra Grace, di Margareth Atwood. Affinità tratta il tema in modo molto simile, presentandoci il volto antico di questo fenomeno e come veniva impiegato nell’Inghilterra di fine Ottocento, quando la pratica era al culmine. Per immergersi nell’atmosfera cupa e rarefatta che si respirava nei salotti inglesi in quegli anni è molto importante capire la portata dello Spiritismo, una vera e propria moda che affascinava e spaventava chi voleva a tutti i costi sperimentare un contatto con l’Aldilà, anche pagando se necessario. A partire dalla seconda metà del 19° secolo e con la sempre maggiore convinzione che alcuni esseri spirituali potessero essere tra noi, lo Spiritismo raccolse così tanti seguaci che fu impossibile non dare il via a un vero e proprio business. Così come oggi sentiamo di molte persone che chiamano a pagamento il mago Trallallero per farsi leggere le carte, anche allora le sedute avevano un costo, trasformando la dottrina dello Spiritismo da idea filosofica e parapsicologica a vero e proprio “lavoro”, più simile a una truffa che a una vera e propria professione.
Emerse la figura del medium, personalità dalle capacità rare che permettevano di creare un tramite tra il mondo umano e quello degli spiriti. Oltre ai sostenitori è inutile dire che lo Spiritismo diede vita anche a parecchie critiche di scettici e contrari, di scienziati e filosofi che si opponevano con forza alle assurdità affermate dalla dottrina e da cattolici che vi vedevano qualcosa di immorale o diabolico.
In questa cornice storico-culturale è proprio il fenomeno della truffa e del crimine a creare la vicenda nella quale si muovono le nostre protagoniste: Margaret e Selina.
Margaret, incapace di allontanarsi dai propri drammi personali, sembra quasi voler trovare un elemento di distrazione nella frequentazione del carcere di Millbank, a Londra. Volenterosa di offrire qualche istante di serenità alle carcerate con un po’ di compagnia, chiacchiere e comprensione, tramite una sorta di programma di volontariato, Margaret cerca di dimenticare tristi eventi che ancora la tormentano. Un po’ un “chiodo scaccia chiodo”, come facciamo noi quando mangiamo il gelato quando abbiamo una delusione amorosa.
È proprio nel penitenziario che fa la sua conoscenza con Selina, una giovane medium incarcerata per truffa, le cui azioni hanno causato la morte accidentale di una donna. È con Selina, bella e dall’aria angelica, che entriamo nel vivo della narrazione e abbandoniamo il sentiero conosciuto per qualcosa di oscuro. Lei è veicolo di forza soprannaturale, un tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti e non importa che le credano oppure no, la sua figura è vista di cattivo occhio, in un misto di disprezzo e timore. Per la serie “non è vero, ma ci credo”. Soprattutto all’interno di un luogo grigio, spoglio e pieno di dolore come Millbank, le capacità soprannaturali di Selina riescono ad amplificare l’atmosfera cupa nella quale Margaret si immerge. Un’atmosfera angosciante e terrificante a tratti, ma che la donna comincia a vivere come una naturale routine, arrivando addirittura a bramare di rivedere la ragazza. C’è infatti qualcosa di affascinante e seducente in lei, che si intreccia con forza all’attività come medium.
Piano piano ciò che spingeva Margaret a recarsi a Millbank cambia, concentrandosi soprattutto su Selina e sulla sua capacità di incatenare l’attenzione della donna. Selina racconta cose straordinarie, fenomeni paranormali accaduti durante le sedute spiritiche alle quali in passato ha partecipato. Le parole della ragazza sembrano quasi stregare Margaret e allo stesso tempo tutto lo scetticismo del lettore subisce un cedimento.
Non importa che durante la lettura noi crediamo o no a quello che Selina dice o a quello che ha fatto, è l’atmosfera che ci cattura completamente. A ogni pagina il sospetto nasce e al tempo stesso ogni pagina ci fa dubitare della verità e della natura, mentre desideriamo credere che ogni personaggio sia in buona fede.
Questo è uno dei grandi punti di forza del romanzo, la sua capacità di ingannarci ancora prima che possiamo razionalizzare e stabilire che medium e sedute spiritiche altro non sono che un’abile truffa…o no? È possibile che tutto ciò che conosciamo sia un errore e che sia davvero possibile comunicare con i morti?
Assieme a Margaret ci immergiamo in un’atmosfera carica di mistero e dubbio, anche noi sedotti dalla calma quasi spirituale di Selina, ammaliati dal suo modo semplice di spiegare il mondo in cui lei crede. Veniamo condotti dalla scrittura come sempre incredibilmente evocativa della Waters, in una sfilata di personaggi femminili accattivanti e in una realtà colma di terribili sospetti. Nel mistero delle sedute spiritiche e degli avvenimenti raccontati da Selina, Sarah Waters parla di personaggi femminili tormentati da drammi e tediati dal ricordo di peccati passati. È una storia di redenzione e rinascita, del tentativo forse reale e forse illusorio di tornare a vivere dopo un dolore.
E come sempre Sarah Waters si diverte a giocare con il lettore tramite l’antitesi costante di ciò che è reale e ciò che è illusione, di ciò che pensa Margaret e ciò che ci racconta Selina, tramite inganni, misteri, passioni sconvolgenti e descrizioni magistrali, dalla forte sensualità.
Per chi come me ha già letto Ladra, un capolavoro a mio parere, questo romanzo potrà sembrare meno intenso e meno soddisfacente, ma la vividezza con cui la Waters riesce a mostrare ambienti e personaggi rimane sempre qualcosa di incredibile. Anche il luogo più cupo, come Millbank, grazie alla sua penna riesce a respirare come un organismo vivente e farsi veicolo di un’appassionante storia.
Voto: 4 pescetti su 5
Consigliato a chi: adora la Londra vittoriana; vuole leggere di drammi umani e passioni intense; vuole assistere a una seduta spiritica.
Sconsigliato a chi: ha il terrore degli spiriti; soffre troppo di claustrofobia; cerca una protagonista imperturbabile.