Romanzi

Morte malinconica del bambino Ostrica, di Tim Burton: una sfilata macabra di figure grottesche

Potreste trovarlo in biblioteca o in libreria e farvi affascinare dalla tenera immagine di copertina, quella di un bambinetto un po’ particolare, con un grande guscio di ostrica in testa e quel sorriso sereno sul visetto.
In realtà (ma forse lo si capisce anche dalla sua particolare paternità) Morte malinconica del bambino ostrica non è un libro per bambini, o almeno non solo e non per tutti. Non lasciatevi dunque ingannare dal primo impatto e preparatevi ad affrontare un breve, bizzarro, grottesco viaggio nella mente di uno dei più grandi rappresentanti del gotico moderno: Tim Burton.


Nella mia testa assocerò sempre Burton a Nightmare Before Christmas, a mio parere uno dei suoi lavori meglio riusciti, un po’ perché adoro davvero il mondo di mostri che ha saputo creare, un po’ perché l’ho visto quando ero piccolissima e, a parte qualche piccolo shock, è diventato uno dei miei film d’animazione preferiti. Morte malinconica del bambino Ostrica è un ottimo esempio della mente visionaria di questo artista, una breve raccolta di poesie e di illustrazioni del grande regista. Un’opera da divorare testo dopo testo, intiepidita solo da una traduzione che non rende del tutto giustizia al genio di Burton.

Trama

Beh, essendo una raccolta c’è poco da dire sulla trama. Questa bizzarra antologia non è altro che una sfilata affascinante di figure malinconiche ed emarginate, in pieno stile burtoniano.

Recensione

Sfogliare Morte malinconica del bambino Ostrica significa avere tra le mani un’opera dallo stile inconfondibile. Tra le pagine di questa raccolta di ventitré poesie si respira a pieni polmoni quello che è l’essenza di Burton, il suo universo macabro, il simpatico orrore che ammanta ogni sua figura.
Poesia dopo poesia facciamo la conoscenza con personaggi che sembrano stravolgere le leggi della fisica. Cos’è normale per queste figure dell’orrore? Una boccata d’aria fresca, salubre per ogni giovanotto, potrebbe essere fatale per il bambino Tossico, mentre il bambino Ostrica realizza una specie di sogno, travestendosi paradossalmente da essere umano per Halloween.

Sono proprio il paradosso e la stranezza i grandi temi della raccolta, assieme a un pizzico di malinconia, di disillusione e una forte senso di isolamento. La bizzarria dei personaggi di Burton da sempre li espone come fortemente in contrasto con ciò che viene considerato usuale e in uno spazio appositamente dedicato a loro come un libro di poesie, questa emarginazione e questa incomprensione sono più evidenti che mai.

Non essendo una grande esperta del genere (al liceo ammetto che facevo un po’ la saccente durante le analisi in classe, ma la verità è che di poesia ci capisco ben poco), è difficile per me parlare di stile, ma l’opinione che mi sono fatta su questi brevi testi è che la lettura della versione originale è fondamentale per apprezzare il genio di Tim Burton. Strutturandosi più come filastrocche che come le poesie un po’ pesanti e complesse a cui le lezioni di letteratura hanno abituato molti di noi, appare subito ovvio quanto il ritmo sia importante per apprezzare a pieno la penna dell’autore.
Per quanto gran parte del fascino di questo libretto sia incarnato dalle illustrazioni, molto simili allo stile visto nei capolavori di animazione del regista, è impossibile non notare un certo divario tra la traduzione italiana, a cura di Nico Orengo, e il testo originale in inglese. L’edizione Einaudi ci viene incontro offrendoci entrambe le versioni, a testo la traduzione italiana e in appendice le poesie così come scritte da Burton.
Chiunque abbia mai avuto a che fare con la traduzione da una lingua all’altra sa quanto sia difficile tramettere termini e situazioni, tanto che non si può parlare solo di mera traduzione pedissequa, ma di vero e proprio adattamento, o localizzazione del testo da una cultura all’altra. È spesso l’adattamento a stravolgere il testo originale, per permettere al fruitore di un altro Paese di comprendere al meglio il contesto, i giochi di parole e le battute (non per niente ciò accade spesso con il doppiaggio effettuato su serie tv o film comici). In questo caso ho percepito imprecisioni proprio a livello di traduzione, mancanze che sicuramente hanno alla loro base una motivazione seria, ma che hanno stemperato un po’ troppo l’intensità di alcune poesie. Un paio di piccoli esempi:

Versione originale: Stick Boy noticed that his Christmas tree looked healthier than he did.

Versione tradotta: Il bambino Fuscello si accorse/ che il suo alberello di Natale/ stava più bene che male.

Versione originale: For Halloween/ Oyster Boy decided to go as a human.

Versione tradotta: Per Natale/ il bambino Ostrica decise di travestirsi da umano.

 

La stessa riflessione può essere condotta sull’uso della rima, rispettato in ognuno dei ventitré testi in inglese, ma sporadica nella tradizione in italiano. La diversità del metro probabilmente da sì che in alcuni casi la rima sia più adatta che in altri, ma il risultato complessivo a un lettore spontaneo e poco esperto di poesia come me è che il ritmo della versione originale non sia del tutto rispettato nell’adattamento, che comunque in molti altri casi riesce a rendere bene situazioni, nomi e concetti.
Non sto ovviamente dicendo che la traduzione sia stata fatta male, ma penso che abbia dimostrato in qualche poesia di non essere all’altezza dello stile semplice, ma molto evocativo di Burton.

Morte malinconica del bambino Ostrica è una raccolta peculiare, che ogni appassionato del mondo burtoniano dovrebbe leggere e avere nella propria collezione. La triste storia del bambino Ostrica è solo uno dei testi inquietanti e desolanti nati dalla penna del regista, prova della crudeltà a cui gli esseri umani talvolta possono arrivare per il proprio interesse; non mancano infatti bambine dagli occhi grandi e spaventosi, bambini mummia che portano a spasso cuccioli mummia, metamorfosi incredibili, mostri e tutto ciò che il luna park allucinato che alberga nella mente di Tim Burton può creare. Il mio consiglio è quello di non lasciarsi scoraggiare da qualche imperfezione di traduzione, ma di gettarsi piuttosto sui testi originali contenuti nell’edizione Einaudi e nel loro meraviglioso ritmo cantilenante.
Se poi volete sapere se incoraggio i bambini alla lettura di queste poesie, beh…questo dipende da bambino a bambino, dal carattere del lettore e dal livello di suscettibilità che un piccolo fruitore potrebbe dimostrare di fronte a illustrazioni un po’ macabre e storie che trattano temi come la morte, la violenza e l’isolamento. Io da piccola lo avrei adorato.

 

Voto: 3,5 pescetti su 5 per la traduzione, 4 pescetti su 5 per il testo originale

Consigliato a chi: vuole sapere che fine ha fatto il Bambino Ostrica; adora Tim Burton, le sue storie e le sue illustrazioni; ha apprezzato particolarmente i personaggi di Nightmare Before Christmas; ama il gotico, il grottesco e tutto ciò che è macabro e inquietante…ma capace anche di trasmettere una dose di insolita dolcezza.

Sconsigliato a chi: non ama particolarmente le cose insolite; pensa che la grande poesia sia solo quella che si studia a scuola; ha paura dei cani mummia; pensa che la fantasia sia solo roba da bambini.

An Otter Point of View

Appallottolata su se stessa, la lontra scruta il mondo con occhietti curiosi, offrendo il proprio giudizio personale (spesso non richiesto).
Batuffolo nevrotico, trova se stessa tra le pagine di un libro o di fronte a una buona serie tv. Inguaribile giocherellona (soprattutto con un controller), fangirl sfegatata di troppe cose e shipper compulsiva.

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