Se anche voi vi sentite un po’ giudicati quando affermate di amare i cartoni animati, se riconoscete il valore artistico e culturale di un cartoon ben fatto, se vi è capitato di sentirvi dire “ah, ma guardi i cartoni? Che bamboccio che sei!”, allora siamo sulla stessa barca.
Da grande estimatrice del mondo dei cartoni animati (una passione nata senza dubbio durante la mia infanzia, grazie ai remake dei prodotti degli anni ‘80), so per certo quanto sia difficile abbattere il pregiudizio che colpisce ancora oggi il genere, ma nel 2019 è fondamentale fare chiarezza. L’animazione ha alle spalle molti prodotti indirizzati prettamente a un pubblico infantile, ma non è rivolta esclusivamente ai bambini. Ci sono esempi di animazione per adulti (e qui non stiamo parlando di hentai, non fate i malandrini), ricchi di sfumature e sfaccettature. Dai prodotti adatti a tutte le età, capaci di trasmettere ottimi insegnamenti ai più piccoli e di affrontare tematiche un po’ più mature e adatte agli adulti, si passa a quei cartoon indirizzati esclusivamente a un target più consapevole. Proprio come una qualunque serie tv, le serie animate per adulti mirano a rappresentare in modo più dinamico e libero un mondo che solo una mente matura può comprendere.
Uno degli ultimi eccellenti esempi di serial animati per adulti è Tuca & Bertie, una commedia di 10 episodi con lo scopo di divertire, ma anche di mostrare con uno sguardo sia leggero che delicato, i problemi della vita da adulti.
Trama
Tuca e Bertie sono due grandi amiche, un tempo coinquiline, la prima un pellicano estroverso e disordinato, la seconda un tordo ansioso e timido. Da quando Bertie ha deciso però di andare a vivere con il suo ragazzo, Speckle, Tuca si sente esclusa e comincia a manifestare qualche problema ad adattarsi alla nuova vita. Gelosa del rapporto dell’amica con il fidanzato, Tuca si trascina da un lavoretto all’altro, rifiutando di crescere e di stabilizzare la propria situazione professionale e relazionale. Bertie, a sua volta, si trova bloccata in una vita che non è sicura di volere, indecisa del rapporto con Speckle e desiderosa di abbandonare l’attuale lavoro per diventare una pasticcera. Le due, tra contrasti e piccole rivoluzioni personali, affronteranno i soliti sconvolgimenti con cui tutti gli “aspiranti adulti” devono fare i conti, a volte in contrasto tra loro, ma rafforzate dal loro rapporto speciale.
Recensione
Forse dirò una cosa impopolare, ma non sono mai stata una grande amante dei cartoni per adulti del filone Simpson, Futurama, Griffin e così via. Mi sono sempre sembrati un po’ demenziali e a volte troppo inclini alla volgarità, ma riconosco la loro genialità e il loro merito nell’aprire una porta alla diffusione di un’animazione più matura.
Quello che invece sto apprezzando di più negli ultimi tempi è tutta quella categoria di cartoon che sembrano diretti principalmente a un pubblico infantile, ma che celano messaggi importanti per tutte le età e molto più maturi di quanto si pensi.
Steven Universe e She-Ra ne sono un esempio lampante, entrambi capaci di emozionare e intrattenere con una trama ben costruita e personaggi interessanti, ma anche di portare avanti un concetto di delicata rappresentazione della cosiddetta diversity. Tutte quelle tematiche e quelle figure che solitamente sembrano non meritare una rappresentazione in certi tipi di show, come per esempio quelli per bambini, vengono qui affrontati in modo corretto e rese partecipi della quotidianità degli individui, come è giusto che sia.
In Steven Universe si affronta il lutto, l’amore omosessuale, e patologie mentali/comportamentali come l’ansia, la depressione, la rabbia e così via. In She-Ra accade qualcosa di simile, andando a toccare temi per molti ancora controversi come l’omogenitorialità. Il tutto è inserito in modo così naturale nella vicenda e nello sviluppo psicologico dei personaggi, che diventa anch’esso del tutto naturale.
Questi sono i cartoon che mi piacciono, quelli che donano una giusta rappresentazione del mondo, rappresentando a loro volta me stessa, nelle mie turbe, nelle mie debolezze e nelle mie caratteristiche.
Anche le serie animate dal tono e dal target più adulto hanno dato prova, soprattutto negli ultimi tempi, di avere molto da dire e di partecipare a questa esigenza di rappresentazione.
Tuca & Bertie è un altro ottimo esempio, non solo spassosa, ma anche abbastanza consapevole da tirare in ballo una serie di argomenti spinosi di cui è necessario parlare.
A un primo sguardo è il caos a farla da padrone. Tuca & Bertie è uno show brioso e a tratti folle, che fa del colore, della confusione e dell’assurdità il proprio marchio di fabbrica.
La serie presenta un mondo quasi del tutto privo di regole fisiche, come spesso accade coi prodotti che hanno degli animali come protagonisti. Può infatti accadere di tutto, si può sfondare la quarta parete, i personaggi possono evocare i loro stessi pensieri, i riflessi nello specchio possono prendere vita e perfino le parti del corpo possono staccarsi dalle figure per assumere una volontà propria. Le potenzialità estetiche si presentano dunque altissime e in effetti vengono sfruttate a dovere, fino a dare vita a un cartoon tanto particolare a livello visivo, quanto profondo sul piano narrativo.
Tuca e Bertie sono due amiche che stanno affrontando l’attuale periodo della crescita e dell’indipendenza, circa i trent’anni. La seconda ha deciso di andare a convivere, mentre Tuca si trova divisa tra la volontà di mostrare autonomia dall’amica e la paura di crescere.
È Tuca (doppiata dalla voce piacevolmente graffiante di Tiffany Haddish) l’elemento più caotico della serie, l’amica esuberante e chiassosa che sembra sempre trovare una soluzione a tutto ed è in grado di affrontare qualunque avversità solo con l’allegria e un carattere forte. Bertie (interpretata dalla comica Ali Wong) è invece la componente meticolosa della coppia, quella che dona ordine al caos di Tuca e che la riporta coi piedi per terra quando necessario.
Proprio questa diversità trasforma le due amiche fino a farle diventare, da un duo comico, a una coppia davvero affiatata e funzionale. Pur apparendo come una co-dipendenza e pur non essendo immune a contrasti anche piuttosto seri, il rapporto tra Tuca e Bertie è quella che si può definire una vera amicizia, quel tipo di solida unione che fa uscire il meglio da entrambe le parti e che porta a una crescita personale.
L’atmosfera in cui questa amicizia si sviluppa – e viene messa alla prova da circostanze di “vita adulta” – è quella assurda, dissacrante ed esilarante tipica di molti altri cartoon per un target più maturo. Dopo la confusione iniziale dovuta a un incipit forse un po’ troppo frizzante (che mi ha portato a pensare “oh, ma che è ‘sto trip?”), le battute si sono rivelate semplici, ma brillanti, e la caratterizzazione dei personaggi tanto sottile e ben fatta da far capire che Tuca & Bertie non è solo un “cartone animato”, ma un prodotto a cui è stata dedicata una certa attenzione. La produttrice Lisa Hanawalt, impegnata in passato in BoJack Horseman, ha creato lo show con lo scopo di rappresentare senza filtri il mondo femminile in tutto il suo realismo (e volte negli atteggiamenti disgustosi), per sottolineare che donne e uomini sono uguali, nei loro atteggiamenti più nobili e in quelli più disgustosi. L’intento di parità è dunque raggiunto con tutta la simpatia di cui si deve armare un cartoon, ma anche con impegno e maturità.
Dietro all’evidente intento goliardico di un prodotto tanto brioso e divertente, si cela tuttavia una componente di grande maturità, che riguarda la rappresentazione di cui parlavo poco sopra.
Sottolineando gli aspetti più comici del processo che porta alla giovinezza (quella delle feste e dei bagordi) alla maturità, Tuca & Bertie mira anche a mostrarne i risvolti più drammatici, sempre con una vena leggera che rende il tutto estremamente piacevole da vedere.
Ero del tutto impreparata a veder affrontare in un serial animato di questo tipo tematiche forti come i disturbi d’ansia, il senso di inadeguatezza, la discriminazione, il sessismo, fino alle molestie sessuali, ma per me è stato un valore aggiunto che ha donato realismo a qualcosa di estremamente inverosimile e profondità narrativa a qualcosa che a prima vista sembrava solo demenziale.
In particolar modo il tema del sessismo e della violenza sessuale assumono un’enorme importanza in questo prodotto, rappresentando una problematica purtroppo molto diffusa tra le donne, una piaga sociale da debellare poiché in grado di distruggere in poco tempo l’autostima di una persona. Le molestie sono un argomento che prima viene affrontato con imbarazzo, senso di impotenza e insicurezza, ma che poi cominciano a essere fronteggiate con sempre maggiore consapevolezza, fino al riconoscimento della dannosità di alcuni atteggiamenti e della condanna di questi, senza se e senza ma.
Seppur scontata secondo molti, questa presa di coscienza è molto importante in questo prodotto, come in moltissimi altri, perché contribuisce ad abbattere il tossico stereotipo che normalizza e romanticizza questo genere di atteggiamenti sbagliati e minacciosi.
Una serie tv animata che può fare questo senza mai perdere il suo fascino comico è qualcosa da non perdere, da godersi appieno nelle sue componenti spensierate, e che può rappresentare con rispetto le turbe degli individui, in particolare di due donne (vabbè, due pennuti) che cercano il loro posto nel mondo.
Voto: 4 pescetti su 5
Consigliato a chi: cerca un prodotto che fa ridere e riflettere al tempo stesso; appezza le storie non banali di amicizia; ama il bird watching; vuole vedere una pianta in topless.
Sconsigliato a chi: non ama le esplosioni di colore e la confusione; pensa che la principale caratteristica di un cartone animato sia il pudore; non vuole sapere come si sconfiggono le piattole; odia la pasticceria.